Templi shintoisti e buddisti - differenze

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  1. Kayla-XY
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    Santuari scintoisti


    Il culto dello scintoismo è l'animismo che si traduce in una grande attenzione alla ciclicità della natura. Gli edifici sacri dello scintoismo, la religione autoctona del Giappone, si chiamano jinja - santuari. Si crede che originariamente i jinja fossero solo santuari temporanei, allestiti in occasione di una festività (matsuri) in luoghi considerati sacri come caverne o montagne. Questo per il fatto che nella fede shintoista i kami( dei) sono in un certo senso «onnipresenti», avendo la facoltà di essere dove vogliono quando vogliono, e che dunque non possano essere confinato in uno spazio sacro ben definito. Comunque, in epoche più recenti, dopo la costruzione di questi santuari temporanei chiamati shaden (社殿?), si diffuse la credenza secondo cui un kami venerato in un santuario farebbe di quest'ultimo la sua dimora sacra. Nacquero così i primi santuari stabili, i jinja, a partire da preesistenti shaden. Molti credono che le tecniche di costruzione degli shaden derivino dal Buddhismo, difatti, parecchi jinja antichi non hanno tracce di shaden, ma solamente luoghi di preghiera affacciati su ambienti sacri a cui è solitamente vietato l'accesso, spesso caratterizzati da Torii, tradizionali portali d'accesso giapponesi.



    Costruzione del santuario Jinja

    Un santuario shintoista è costituito da parecchi locali ed edifici, inclusi un honden (本殿) e un haiden (拝殿). L'honden è il Sancta Sanctorum, la stanza o l'edificio contenente il goshintai (御神体? letteralmente, "il Sacro Corpo del kami"). Di queste stanze, solo l'haiden è aperto ai laici. L'honden è collocato dietro l'haiden, è più piccolo ed è privo di decorazioni. È importante considerare che i templi Shinto, a differenza di quelli buddisti, erano costruiti in legno, con tetti di paglia o corteccia; inoltre, non era prevista una manutenzione dei jinja, ma si lasciava che il tempo e i fenomeni atmosferici facessero il loro corso, salvo poi ricostruire un nuovo edificio.
    Altre zone particolari di un santuario shintoista sono l'area del torii, l'ingresso sacro al santuario; il chōzuya ((手水舎?) l'area delle abluzioni di mani e bocca, e il shamusho (社務所?). Molto spesso, inoltre, ad indicare un santuario Shinto è la presenza di cipressi.



    Un santuario shintoista può includere inoltre anche altre aree ed edifici tra i seguenti:
    Kaguraden (神楽殿padiglione per la danza sacra Kagura (anche chiamato maiden)?)
    Koma-inu (狛犬? statue guardiane "cane-leone")
    Rōmon (楼門 portale?)
    Sessha (摂社santuario ausiliario?)
    Massha (末社santuario ausiliario (al di sotto di un sessha?)
    Tamagaki (玉垣staccionata attorno al suolo sacro del santuario?)
    Tōrō (燈籠;? lanterna in pietra))


    Generalmente, nei jinja è presente un Kannushi, un sacerdote incaricato della custodia di un jinja e dell'organizzazione delle cerimonie. Tradizionalmente, in particolare in passato, molti jinja non hanno un Kannushi e sono custoditi da una commissione di volontari locali chiamati Ujiko (氏子?). In un jinguji, un monaco buddhista può custodire il suo santuario e il santuario shintoista annesso.

    La tradizione vuole che i santuari scintoisti vengano ricostruiti ogni vent'anni nello stesso luogo per assecondare l'ideale di rinnovamento e di purezza.


    Cose da sapere per non offendere le persone del posto

    Un jinja è un luogo di pace e, ad eccezione di particolari matsuri(feste), non si può correre o fare molto rumore. Molti jinja, comunque, organizzano attività ludiche per i bambini. Un comportamento scorretto comune per uno straniero, specialmente durante una calda giornata estiva, è bere l'acqua di una fontana chozusha. Un comportamento ancor più offensivo è addentrarsi nell'area sacra senza permesso, ancor più se si tratta di uno shaden.



    Templi buddisti


    L'architettura religiosa coreana ed in modo particolare quella cinese influenzarono notevolmente l'architettura religiosa nipponica, almeno fino all'VIII secolo quando il Giappone sviluppò un proprio stile.
    Nei templi giapponesi più antichi la struttura principale era la pagoda, edificio che rappresenta un'evoluzione allo stupa buddhista indiano (monumento destinato a raccogliere le reliquie del Buddha). La variante giapponese, un'elegante torre di tetti e terrazze sormontata da un'asta, è di influenza cinese.Nel tempo la pagoda è diventata uno dei tanti edifici che potevano essere collocati all'interno del recinto di un tempio, con la possibilità di aggiungere la torre a tamburo e la fonte sacra.I templi variano a seconda delle differenti scuole buddhiste e del periodo di costruzione ma tutti hanno in comune il materiale da costruzione: il legno.






    Una chiara differenza tra i santuari scintoisti e i templi buddhisti è proprio l'entrata; l'ingresso principale del santuario è il torii, mentre l'entrata principale di un tempio è una porta monumentale con più colonne e telai sormontati da un tetto a più livelli detta mon, spesso sorvegliata dalle statue di imponenti guardiani Nio.




    Il tempio giapponese è composto dai seguenti elementi

    L'edificio principale di culto, che corrisponde al vihara, e viene chiamato kondo, hondo, butsuden, hamidado o hatto
    Un edificio per la lettura chiamato kodo
    Il reliquiario, che ha la forma simile a quello cinese e anche qui viene chiamato pagoda
    Il cancello d'ingresso (門 mon?)
    Un padiglione aperto che ospita la campana chiamato shoro


    L'accesso del pubblico agli edifici sacri è consentito solo nei rari giorni dedicati a speciali festività. È però possibile pernottare all'interno di molti templi dotati di apposite strutture chiamate shukubo.

    Una suggestiva caratteristica è quella chiamata lo scenario prestato (借景 shakkei?), secondo la quale i giardini di molti templi vengono progettati in armonia con il panorama che li circonda.





    Scritto con l'aiuto di architetturaeviaggi.it
     
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