Astroganga

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  1. Kayla-XY
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    astroganga


    Astroganga è una serie televisiva anime giapponese prodotta nel 1972 dalla Knack Productions e diretta da Masashi Nitta. È stata trasmessa per la prima volta dal 4 ottobre 1972 al 28 marzo 1973 sulla Nippon TV ed è stata la prima serie robotica a colori, pioniere del genere. In Italia è stata doppiata a cura della SINC cinematografica e trasmessa su Telemontecarlo nel 1980 e successivamente anche sulle tv locali italiane; ma è stato molto popolare anche in tutto il medio oriente.

    Una donna-scienziata aliena di nome Maya precipita sulla Terra. Il suo pianeta natale è stato completamente raso al suolo dal Blasters, una spietata razza d'invasori spaziali che ruba le risorse naturali dei luoghi conquistati (tolgono l'ossigeno distruggendo così l'ambiente biologico del pianeta). Lei s'innamora d'uno scienziato umano e dà alla luce un bambino, Kentato: muore dopo aver sofferto d'esposizione a radiazioni devastanti subite nel suo pianeta. Quando dieci anni dopo i Blasters s'apprestan ad invader anche la Terra, il figlio dovrà cercare di sconfiggerli combattendo con Astroganga, un robot costituito da una specialissima forma di "metallo vivente".

    Astroganga è un robot senziente che, entrando in uno stato di simbiosi col giovane Charlie, difende la terra dai crudelissimi Blaster-distruttori, mostruosi e pericolosi invasori alieni intenzionati a conquistarla. Le battaglie che si svolgono sono molto particolari: Charlie non "guida" Astroganga, ma ne viene "assimilato"-fuso al suo interno tramite un raggio di luce che esce dalla struttura a forma di medaglione/disco che il "robot" ha sul petto.
    È molto differente come tipologia dalla maggior parte degli altri robot venuti in seguito: il suo aspetto è nel complesso decisamente umanoide, è difatti un essere senziente che può parlare e aver coscienza di sé e sentir dolore; la mimica facciale, grazie alla bocca e agli occhi, è molto spiccata. Prova sentimenti di paura, ira, coraggio: senza l'apporto di Charlie tuttavia, perde rapidamente la volontà e non riesce più ad aver il perfetto controllo dei combattimenti. Sebbene possa volare, non ha particolari abilità speciali e deve fare affidamento solo su sé stesso e la sua forza per vincere le battaglie.
    In realtà anche lo stesso termine "robot" risulta in questo caso almeno in parte ingannevole: Astroganga difatti non è una macchina, ma è stato generato - apparentemente privo di meccanismi interni, anche se ha una specie di motore dorsale - da uno specialissimo metallo vivente che cresce e si conforma grazie al calore fornito da un vulcano attivo sottomarino in cui Astroganga si rifugia per le riparazioni tra un combattimento e l'altro (solo questo gli permette di accrescere e riacquistare l'energia perduta).
    Il lingotto metallico che dà la vita ad Astroganga viene portato sulla Terra da un alieno sfuggito alla furia distruttiva dei terribili Blasters: Quest'alieno non è altri che la madre di Charlie, mentre il "nonno adottivo" terrestre deposita, come da istruzioni ricevute, il lingotto all'interno d'un vulcano attivo. Rapidamente si "forma" un robot alto 40 metri e pesante 2 tonnellate, Astroganga per l'appunto. Il procedimento di cattura dell'energia vulcanica per la crescita della struttura è una caratteristica della storia originale e certamente molto efficace narrativamente per il prosieguo della vicenda.

    Edited by arlessds - 1/2/2020, 23:49
     
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