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Come passa il tempo, chi si ricorda gli spot anni 80 del mulino bianco? Mi viene in mente il piccolo mugnaio che preparava le brioscine per la bella clementina eheheeh poi iniziava a vedersi il vero mulino con la famiglia che lavorava insieme, fino ai giorni nostri con Banderas, la gallina Rosita e al bergamasco Pasotti ( ehehehe gioco in casa, non potevo nominarlo )
La nascita
Era il 1975 quando gli italiani trovano sugli scaffali del supermercato le prime confezioni dei frollini Mulino Bianco, con biscotti da nomi e forme (Tarallucci, Molinetti, Pale, Campagnole, Galletti) che evocano la nostalgia di tempi passati e atmosfere contadine. E un marchio, disegnato da Giò Rossi con la collaborazione di Cesare Trolli, dalla forte carica simbolica, sintesi di valori e di significati immediatamente percepibili. Il piccolo mulino è un luogo della memoria rassicurante, che evoca natura, tradizione e prodotti genuini e di qualità. E infatti, nel turbolento contesto storico degli anni Settanta, un marchio che invitava a volgere lo sguardo a un passato nostalgico, dove tutto era più semplice e genuino. Il ritorno alla campagna evocato dal Mulino Bianco era una risposta di rottura ai ritmi caotici della vita urbana e dell’industrializzazione, in un momento in cui alle tensioni sociali e politiche degli anni di piombo si aggiunge l’embargo petrolifero, con il razionamento del carburante e le prime domeniche senza auto e l’inflazione galoppante. Sono anni difficili anche per l’azienda Barilla. Per arginare l’inflazione il governo italiano blocca i prezzi dei generi di prima necessità fra cui anche la pasta, e le aziende produttrici devono affrontare i maggiori costi delle materie prime. Barilla, quindi, azienda essenzialmente monoprodotto, punta sulla diversificazione. Nasce così la linea «Mulino Bianco», destinata, in breve tempo, ad accogliere, oltre ai biscotti, anche merende, torte e pani. Nel 1976, a un anno dal suo debutto, raggiunge una quota di mercato del 7%. Nel 1979 conquista la leadership nel settore dei prodotti da forno. Nel 1986 il fatturato del Mulino Bianco eguaglia i livelli di fatturato della pasta Barilla.
Il mulino e lo spot
Il mulino del famoso spot esiste davvero. Nel 1976 Mulino Bianco approda in TV con una serie di Caroselli-filastrocca all’insegna del “ricordo” ma è negli anni ‘90 che nasce la Famiglia del Mulino, con la mamma insegnante, il papà giornaliste, il nonno e i due figli. Tutti insieme lasciano la città per andare a vivere nel “vero” Mulino Bianco che esiste davvero e si trova a Chiusdino, in provincia di Siena. Ancora oggi è oggetto di pellegrinaggio per curiosi e appassionati di storia della comunicazione, dopo lo spot diretto da Giuseppe Tornatore sulle note orchestrate da Ennio Morricone. Negli anni Ottanta ai biscotti si affiancano le merende e con loro arrivano le Sorpresine, ben 650 tipi diversi racchiusi nelle indimenticabili scatoline tipo fiammiferi, da scambiare e collezionare, ideate da Graziella Carbone.
Le raccolte punti
Alle campagne pubblicitarie si accompagnano oggetti promozionali associati alle raccolte dei punti (spighe da ritagliare dalle confezioni). Nel 1978 il “Coccio” è capostipite di una lunga serie di regali che spazia da tazze, zuccheriere, biscottiere, bricchi, teiere, piatti vassoi e tovaglie, che arrivano nelle case di ben sei milioni di famiglie.
Ehehehe a casa di mia mamma c'è ancora questa sveglia, nonostante le cadute e i traslochi di questi decenni ed è ancora perfettamente funzionante ^^ fecero anche una radio a forma di mulino, ma quella durò molto meno, con la cassa nella ruota e l'antenna nel camino
Fonte notizia : > QUI <
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