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In questa classifica verranno elencate le migliori opere del celebre attore ed autore teatrale Eduardo De Filippo. Verranno prese in considerazione sia quelle scritte da lui e le successive rivisitazioni, come anche altre versioni di altre opere. Verranno considerate le interpretazioni di tutta la compagnia teatrale come anche il messaggio e la struttura della trama.
Molte se non quasi tutte sono degne di nota, fra le tante: "il thè delle cinque" (1932), "L'arte della commedia" (1964), "Quei figuri di tanti anni fa" (1929), "È arrivato 'o trentuno" (1931), "il figlio di Pulcinella" (1957), "De Pretore Vincenzo" (1957), "il sindaco del rione Sanità" (1960), "Mia famiglia" (1955), "il contratto" (1967) e "Gennareniello" (1932) oppure anche le rivisitazioni del ciclo Scarpettiano come "Lu curaggio de nu pumpiero napulitano" (1975), "'O tuono 'e marzo" (1975) e "Na santarella" (1975).10° Posto: Li nepute de lu sinneco (1975)
Rivisitazione di una delle opere del padre di Eduardo, ovvero Eduardo Scarpetta, in un ciclo televisivo del 1975 di quattro storie. La trama in questo caso prevede una serie di equivoci e personaggi che s'intrecciano tra loro, la figlia interpretata da Angelica Ippolito si traveste da uomo, mentre viceversa il figlio interpretato da Luca De Filippo si traveste da donna per dileguarsi da alcuni equivoci che travolgono la trama. Un vero e proprio mix di scene comiche ad alto livello.9° Posto: il cilindro (1965)
Opera del 1965, portata a teatro l'anno successivo e riproposta in maniera migliore nel 1978 con Monica Vitti come protagonista. È l'unica versione teatrale nella quale alcuni personaggi parlano in dialetto romano, ovvero la protagonista Monica Vitti ed assieme a lei Luca De Filippo. La scelta di Eduardo per la Vitti dimostra la notevole stima che ha sempre avuto nei confronti degli attori romani come Anna Magnani o Gigi Proietti. La storia rimarca le reazioni della società dinnanzi allo scandalo ed all'avidità per il denaro, della quale il cilindro rappresenta in maniera simbolica l'abuso di potere sia di chi lo esercita che di finge di esercitarlo.8° Posto: il berretto a sonagli (1936)
Rivisitazione dell'opera di Pirandello, trasposta dal siciliano al napoletano in un'edizione teatrale del 1936 ed un'altra televisiva nel 1981. Mette in risalto l'aspetto della societá sulla celebre diceria del "cosa dirá la gente?" e sulla quale i protagonisti devono ripiegare tragicamente. Una storia che ben rientra nelle corde della compagnia teatrale di Eduardo.7° Posto: Uomo e galantuomo (1922)
Una delle prime trame scritte ed interpretate dall'autore partenopeo. Come in altre opere mette in risalto le diceria della gente e della societá in relazione ad uno scandalo coniugale, nel quale è coinvolta una nobile famiglia. La rivisitazione televisiva del 1975 vede magistralmente protagonista Luca De Filippo in costrapposizione ad un'importante attore teatrale come Ferruccio De Ceresa.6° Posto: Napoli milionaria! (1945)
La trama prende in considerazione il passaggio dell'Italia sia nella fase prima della seconda guerra mondiale, che quella successiva, analizzandone gli aspetti critici in maniera sottile. Per il personaggio protagonista, che si salva e ritorna a Napoli, ritrova una città trasformata e più propensa alla modernità portata dagli americani, ma impoverita di valori ed onestà rispetto a prima. Ad ogni modo i protagonisti cercano di migliorare facendosi forza per il bene della figlia ammalata. Vi è anche un trasposizione cinematografica del 1950 assieme a Totò, altro celebre attore della commedia napoletana. Divenne famosa anche la frase conclusiva dell'opera: "Ha da passa' 'a nuttata".5° Posto: Filumena Marturano (1946)
Fra le opere più celebri ed acclamate dell'artista partenopeo, più volte riproposta da altri attori sia in televisione, come al cinema ed ulteriormente anche in altre lingue come l'inglese. Scritta principalmente per la sorella Titina, la cui interpretazione si rivelerà magistrale, narra le vicende appunto di Filumena Marturano con il compagno Mimì, costringendolo al matrimonio ed al riconoscimento di suoi tre figli, di cui uno biologicamente del compagno. Ad ogni modo Filumena non rivelerà mai quale fra i tre è figlio di Mimì, per evitare dissapori o diseguaglianze tra i figli. A questo punto il protagonista si rassegna e sposa Filumena, compiacendosi che tutti e tre i figli lo chiamino "papà". È una delle opere che hanno come tematica la famiglia tra le più riuscite di Eduardo.4° Posto: Questi fantasmi! (1946)
Un'altra fra le più celebri opere dell'artista napoletano, più volte riproposta a teatro ed in televisione, anche da altri attori. È stata anche la prima opera teatrale di Eduardo ad essere stata portata all'estero. La storia riprende i drammi coniugali del protagonista, che nel suo terrore per i fantasmi finisce per scambiarne l'amante della moglie con uno di essi. Involontariamente il finto fantasma si rivela essere una presenza benevola per il protagonista, poiché gli lascia notevoli somme di denaro per far fronte alle spese famigliari. La trama si conclude con la sparizione dell'amante, che lascia un'ultima somma di denaro al protagonista. Quest'ultimo spera che riappaia in altro forme non lasciando intendere agli spettatori se sia stato veramente ingenuo a credere che si trattasse di un fantasma o facesse semplicemente buon viso a cattivo gioco. Molte scene comiche basate sugli equivoci in un'altra trama amara in pieno stile dell'autore. Una delle scene più famose è l'aneddoto del caffè preso sul balcone raccontato al professore, un pettegolo vicino di casa dirimpettaio.3° Posto: Natale in casa Cupiello (1931)
L'opera piú celebre di Eduardo, che si svolge nel periodo natalizio ed intreccia una dinamica famigliare tipica di Napoli durante le feste ma con una tragedia coniugale che si rivelerà fatale per il protagonista Lucariello nel terzo atto. È un'opera che mescola battute di alta comicitá in una trama triste e dal finale amaro. Un classico di Natale con una delle sue frasi oramai celebri nell'immaginario collettivo: "Te piace o' presepe?". Nel cast stellare è degna di nota l'attrice Pupella Maggio nei panni della moglie Concetta, Luca De Filippo in quelli del figlio Tommasino ed anche Gino Maringola nel ruolo del fratello Pasqualino.2° Posto: Le voci di dentro (1948)
Forse l'opera piú pessimista del teatro di Eduardo, che critica in maniera aspra la società, i suoi dubbi, i suoi scheletri e le sue ambiguità. Narra la storia di un omicidio, semplicemente sognato dal protagonista, mentre la vittima è viva e vegeta. Avendo però accusato i vicini di casa, essi si accuseranno tra loro per pulirsi la coscienza, mentre il fratello del protagonista cerca di vendersi la proprietà del fratello di nascosto. Proprio per questi motivi viene messa in risalto la negatività dell'essere umano nel dopoguerra diffidente e più avido di prima in una società in corsa. Nel finale emerge la necessità del silenzio per estraniarsi dalla realtà del mondo, un'altro elemento peculiare della narrativa di De Filippo.1° Posto: Gli esami non finiscono mai (1973)
L'ultima opera scritta ed interpretata dall'artista napoletano, che assieme alla sua genialità aveva anche 73 anni di vita e di esperienza teatrale. Fra esperienza e talento, in questa sua ultima opera, Eduardo racchiude buona parte delle tematiche già attraversate in molte opere precedenti, poiché narra la vita di Guglielmo Speranza, il cui cognome non è scelto a caso, sin dalla laurea in giovane età fino alla sua morte. In una trama senza epoca storica, il personaggio non indossa nessun costume particolare, poiché lo stesso Eduardo lo presenta come un personaggio che rappresenta ognuno di noi e nel quale ogni spettatore può immedesimarsi. Un personaggio che attraversa varie vicissitudini di vita, fra i drammi coniugali, le difficoltà lavorative, il tradimento delle persone fidate oppure ancora i problemi che gli portano anche i figli, in un susseguirsi di vicende che non gli danno pace fino all'ultimo respiro. Per tale motivo il personaggio decide di non parlare più e ripiegare sul silenzio voluto come arma di difesa dalla società che giudica e sparla alle spalle. Per il personaggio, l'ultimo momento definitivo di pace è la morte in se stessa dove non deve fare più fronte a qualsiasi tipo di "esame" da parte della società in un'emblematica scena finale riguardante il funerale del protagonista. In questa opera puramente in stile De Filippo con un tocco pirandelliano, Eduardo mostra tutte le sue giustificabili critiche alla società ed una buona dose di pessimismo critico in una storia fuori dal tempo e sempre attuale.
Edited by Kiske - 16/6/2023, 13:13
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Classifica molto curiosa, grazie 
Non esprimo il mio parere perché sono poco preparato in materia. -
.Classifica molto curiosa, grazie
Non esprimo il mio parere perché sono poco preparato in materia
Non c'è problema e grazie per la risposta. Conosci qualcuna delle opere teatrali di Eduardo?. -
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No
in genere non ho mai seguito le opere teatrali....a parte quelle didattiche viste ai tempi della scuola, ho avuto solo un'occasione per tornare in teatro.
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Neanche io sono un'amante del teatro, ma in caso eccezionale sono uno stimatore del teatro di Eduardo che per fortuna ho avuto modo di apprezzare nelle rivisitazioni televisive riproposte in TV dalla Rai..... -
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P.S. Sto cercando di recuperare alcuni video online a riguardo per rivederle. Se hai interesse le posto sul forum e le puoi recuperare quando vuoi. Fammi sapere. Buon Lunedì.. -
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Grazie 👍 volentieri . -
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Va bene. Le ho appena postate >>>> QUI <<<<
Quando le hai viste oppure hai delle riflessioni, se vuoi, puoi scrivere la tua opinione, anche in MP. Sono curioso di sentire le riflessioni e poterle condividere con altri. Buona Visione!. -
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Ti ringrazio, appena riesco le guardo 
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Bella classifica! .
Top Ten: le migliori opere del teatro di Eduardo De Filippo |
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